È una problematica frequente della popolazione infantile di età compresa tra i 18 e i 35 mesi e rappresenta il principale fattore di rischio del "disturbo specifico di linguaggio" e di difficoltà di apprendimento. Inoltre alla fine del paragrafo "Cosa fare?" dovrebbe eliminare solo la percentuale di successo di 85% tra parentesi e inserire al suo posto sempre tra parentesi la dicitura (altissime percentuali di successo)
Si manifesta con comparsa tardiva del linguaggio espressivo, con vocabolario ridotto e con l’uso di strutture grammaticali semplici e spesso scorrette.
I bambini che ne sono affetti sono spesso immaturi dal punto di vista grafico, psicomotorio e morfosintattico. Quest’ultimo aspetto in particolare è un importante marcatore clinico.
Tali caratteristiche inficiano a loro volta la comprensione, l’abilità gestuale, la partecipazione al gioco e l’emotività; La difficoltà di esprimersi e di comprendere gli altri infatti genera un circolo vizioso che porta il bambino a chiudersi, essere timido e pauroso e quindi poco socievole.
La vita di relazione ne risente moltissimo e gli effetti sulla sfera emotiva tendono a manifestarsi con ansia, depressione e insonnia.
Taluni attribuiscono il ritardo del linguaggio ad una proattività di alcune aree cerebrali, anche se il rapporto causa-effetto non è stato dimostrato in modo inequivocabile. Numerose evidenze cliniche hanno messo in rilievo quanto sia importante identificare e trattare precocemente il problema, per garantire un recupero completo, e prevenire l’insorgenza di un vero e proprio disturbo del linguaggio con conseguenze anche sull’apprendimento.
Il TRATTAMENTO LOGOPEDICO è rivolto ai bambini di fascia di età compresa tra i 20 e i 35 mesi e prevede l’adozione di strategie adeguate alle difficoltà del bambino e di interventi all’interno del contesto familiare e scolastico. Può essere indiretto, con l’esecuzione di un programma (“Oltre il libro” Girolametto et al.) rivolto ai genitori per migliorare la loro comunicazione e relazione con il bambino, o diretto, con la presa in carico del paziente e l’esecuzione di un trattamento che lo coinvolge in prima persona. Esso potrà essere realizzato individualmente o all’interno di gruppi.
Il TRATTAMENTO LOGOPEDICO (85% di successo) si pone dunque diversi obiettivi, tra i quali:
Il DSL affligge i bambini di 3-4 anni. Consiste nell’incapacità di esprimersi adeguatamente in assenza di deficit cognitivi, motori e sensoriali ed è spesso la conseguenza di un ritardo del linguaggio non trattato.
Il disturbo specifico del linguaggio in base ai versanti linguistici colpiti può presentarsi in diversi modi come:
Se il DSL non viene trattato può inficiare inoltre il versante emotivo-comportamentale e quello degli apprendimenti scolastici (lettura, scrittura e calcolo) evolvendo in disturbo dell’apprenimento e condizionando l’intero percorso scolastico-lavorativo della vita di un soggetto.
In primo luogo occorre fare attenzione ad alcuni campanelli di allarme quali:
In seguito bisogna intervenire con un trattamento logopedico. Questo è necessario perché il disturbo non si risolve spontaneamente. Il suo obiettivo è quello di migliorare la comprensione e di sviluppare il linguaggio tramite strategie rivolte ad estinguere le difficoltà del bambino.
È un disturbo evolutivo che comporta dei deficit negli apprendimenti scolastici: lettura, scrittura e calcolo. In base all’abilità carente è possibile distinguere:
I disturbi dell’apprendimento spesso sono il risultato dell’evoluzione di precedenti disturbi del linguaggio. Talvolta si presentano insieme tra loro e/o a deficit dell’attenzione.
Spesso, sbagliando, si tende a pensare che un bambino con difficoltà scolastiche sia semplicemente distratto o svogliato, mentre nel 40% dei casi si ritrova afflitto da un vero e proprio disturbo che può condizionare l’intero percorso scolastico e creare importanti problematiche psico-patologiche.
Non è possibile tuttavia fare diagnosi prima della fine del secondo anno di scuola elementare, perché nei primi due anni di scuola elementare circa il 20% dei bambini è più lento nell’apprendimento scolastico rispetto ai coetanei. È quindi di fondamentale, in caso di permanenza di queste difficoltà, effettuare una valutazione logopedica precoce!
“Prevenire è meglio che curare”! proprio per evitare che il disturbo crei peggiori problematiche.
Non temete! Se i bambini verranno adeguatamente trattati potranno sviluppare delle strategie utili a compensare le loro carenze, mettendosi così alla pari dei compagni.
È necessario un adeguato trattamento logopedico, così da insegnare ai bambini delle buone strategie di compenso per l’apprendimento, e da recuperare le abilità carenti alla base (funzioni esecutive, attenzione e memoria). In caso di:
Si parla di deglutizione deviata o atipica, quando è presente un’alterazione dell’atto deglutitorio, che consiste nella spinta da parte della lingua sui denti anteriori o laterali. Questo genera una muscolatura masticatoria debole e poco attiva, mentre la restante parte della muscolatura periorale (labbra, mento) si presenta iperattiva e ipercontratta.
La deglutizione deviata richiede un intervento immediato per non creare ripercussioni in età adulta. È inoltre necessario riconoscerne le cause per effettuare degli interventi globali che non portino a una recidiva.
Questa problematica è in genere conseguente ad un uso prolungato del ciuccio e/o del biberon, che insieme contribuiscono alla formazione di malocclusioni (quando i denti dell’arcata superiore non sono perfettamente allineati con quelli dell’arcata inferiore). Questa condizione a volte è accompagnata da una pronuncia scorretta di alcuni suoni quali: la /r/ e la /s/.
È possibile riconoscere la deglutizione disfunzionale quando il bambino, deglutisce, mastica, beve e parla:
La terapia logopedica, secondo il metodo Garliner, consiste in un intervento fatto di esercizi di ginnastica muscolare e di rieducazione posturale della lingua, così da riequilibrare la muscolatura facciale e da rieducare la funzionalità della lingua in masticazione, in deglutizione e in pronuncia dei suoni scorretti.
Questo richiede un allenamento quotidiano. Gli esercizi, infatti, vanno ripetuti anche a casa e comprendono modalità più divertenti per i bambini. Gli esercizi, anche se presentati in maniera diversa, possono essere eseguiti anche da adulti che presentano lo stesso problema.
Le dislalie infantili consistono nella pronuncia scorretta di alcuni fonemi (suoni), dovuta ad un errato utilizzo delle strutture fonatorie o ad una loro alterazione organica o strutturale (palatoschisi, palato ogivale, macroglossia ecc..).
Esse sono piuttosto frequenti perché talvolta i bambini normotipici hanno difficoltà a controllare e coordinare tutte le parti dell’apparato fono-articolatorio. In una piccola percentuale di casi le dislalie si estinguono autonomamente, ma nella maggior parte superano l’età fisiologica (4 anni) oltre la quale, non devono più sussistere.
I difetti di pronuncia possono essere di varia tipologia:
Grazie ad un intervento logopedico adeguato, la prognosi è sempre favorevole!
Il trattamento si sviluppa con una serie di esercizi articolatori che insegneranno al bambino la produzione del suono scorretto e gli consentiranno di inserirlo adeguatamente nelle parole, favorendone l’automatizzazione nel linguaggio spontaneo.
Si tratta di un disturbo della comunicazione che altera la fluenza (la fluidità del linguaggio) verbale. Si può manifestare a qualunque età:
Il balbuziente a causa di un circolo vizioso alimentato dalla continua ansia di esprimersi, ripete sillabe o intere parole (disfluenze), mostrando un linguaggio continuamente interrotto.
Non trattandosi di una patologia vera e propria non è stata ancora identificata un’etiopatogenesi (causa) precisa, ma sono stati delineati alcuni fattori predisponenti (familiarità, anomalie celebrali o nello sviluppo linguistico, eccessiva emotività), la cui combinazione determina nella maggior parte dei casi l’insorgenza del disturbo.
Qualora il disturbo insorga prima dei 4 anni, possono essere utili delle semplici indicazioni fornite dal logopedista, poiché potrebbe trattarsi di disfluenze momentanee, dovute ad un singolo stato di tensione emotiva.
Se invece le disfluenze si manifestano in età successiva, è necessario intervenire!
Da quando insorge il disturbo è necessario intervenire il prima possibile tramite un trattamento logopedico, così da ottenere i migliori risultati.
Ciò che va evitato infatti è il consolidamento del disturbo, poiché può facilmente generare delle problematiche psico-comportamentali, condizionando il benessere dell’individuo.
È necessario intervenire con un trattamento logopedico precoce, di tipo cognitivo-comportamentale. Secondo il protocollo D’Ambrosio questo intervento ha l’obiettivo di eliminare il livello di ansia generato dalla paura di balbettare e di insegnare delle strategie che estinguano del tutto le disfluenze.
È dunque fondamentale identificare il livello di gravità del disturbo e l’età del soggetto così da modellare e adattare la tipologia di trattamento.
L’autismo è un disturbo dello sviluppo neurobiologico che impedisce a chi ne è affetto di interagire in maniera adeguata con le persone e con l’ambiente. Si manifesta precocemente, prima dei tre anni di età, con un’ampia gamma di gravità, in cui tuttavia sono sempre presenti difficoltà adattive (dell’adattamento nell’ambiente), comunicative e sociali. La sindrome inoltre implica l’esecuzione di comportamenti ripetitivi e stereotipati ed interessi limitati.
Nella gran parte dei casi i bambini affetti presentano anche un disturbo del linguaggio secondario, manifestando totale assenza del linguaggio verbale o inadeguatezza di quest’ultimo rispetto all’età; in questo caso esso risulta incompleto o poco comprensibile, con incapacità di comporre frasi e di effettuare richieste.
Non sempre i genitori sottopongono i propri figli con la giusta precocità ad un’adeguata valutazione medico-diagnostica. È invece importante che ciò avvenga il prima possibile così da favorire un più veloce adattamento nella società. È necessario quindi conoscere i sintomi:
In casi di bambini affetti da autismo è necessario intervenire con più tipi di trattamenti, così da permettere il maggior recupero possibile delle abilità carenti.
In presenza di problematiche nel linguaggio si raccomando un intervento riabilitativo logopedico per impostare un linguaggio efficace, chiaro ed una comunicazione adeguata. Vengono in quest’ultimo caso effettuate anche delle sedute di terapia di gruppo così da migliorare l’efficacia degli atti comunicativi e da rendere il bambino capace di socializzare con i coetanei.
Il termine “disfonia” indica un’alterazione del timbro vocale, percepito come tale sia dal parlante che dall’ambiente circostante.
È possibile identificare due macroaree del disturbo:
Quest’ultima categoria si presenta con maggiore frequenza ed è spesso questa a generare, dopo lungo tempo, le disfonie organiche.
Dopo un’attenta osservazione e diagnosi otorinolaringoiatrica, è fondamentale affidarsi al logopedista, così da recuperare il corretto uso vocale e il normale timbro.
Il nostro intervento infatti eliminerà l’uso scorretto della voce, le abitudini nocive ad esso correlate e lo sforzo muscolare.
Il paziente inoltre imparerà le corrette strategie respiratorie, così da utilizzare la propria voce senza sforzo, eliminando le tensioni corporee.
Il deficit uditivo permanente è la problematica infantile che si manifesta con più frequenza (20%). Una capacità-uditiva ridotta può ritardare molto il normale sviluppo verbale e linguistico del bambino e produrre conseguenze sulla comunicazione, sullo sviluppo psicologico, scolastico e sociale. La gravità dipende dal grado e dalla durata del deficit uditivo, dall’età di insorgenza, dalla presenza di patologie associate, dalla precocità dell’intervento, dalle modalità e dalle caratteristiche di trattamento protesico e riabilitativo, ma anche dalla tipologia e dal grado di supporto dell’ambiente familiare.
Le conseguenze peggiori sono sperimentate dal bambino molto piccolo: un deficit uditivo permanente di grado significativo (superiore a 40 dB HL di perdita media) ritarda o impedisce un corretto sviluppo del linguaggio e può compromettere lo sviluppo comunicativo, psicologico, scolastico, sociale e lavorativo.
È fondamentale identificare e trattare un difetto uditivo il prima possibile, perchè in questo modo si dà al bambino l’opportunità di avere un normale sviluppo uditivo e linguistico: numerosi studi dimostrano che i bambini con deficit uditivo congenito (presente dalla nascita) o neonatale di grado moderato, severo o profondo, identificati entro sei mesi e che ricevano precocemente un trattamento protesico (protesi uditive) e logopedico adeguato presentano risultati migliori rispetto ai coetanei con una diagnosi tardiva. Svilupperanno infatti un vocabolario più ricco, migliori comprensione e produzione del linguaggio e una maggiore capacità di relazione con gli altri.
Il trattamento logopedico infatti allena alla discriminazione di tutti i suoni del linguaggio parlato, e alla loro successiva produzione, fino all’impostazione di un linguaggio completo, corretto e adeguato all’età del bambino.